UN PO' DI STORIA
L’allevamento con affisso “Della Maroggia” nasce agli inizi degli anni 2000. Situato in Berbenno di Valtellina in provincia di Sondrio, ai piedi di una collina denominata “Maroggia”, l'obiettivo primario dell'allevamento è quello di portare a conoscenza degli amanti e non, di tutte le peculiarità che sono caratteristiche di questa splendida razza, come attaccamento al proprio padrone, grande socievolezza con i bambini, vigilanza del proprio territorio come cane da difesa ed, infine, quello di effettuare selezionati accoppiamenti con linee di sangue controllate ed esenti da eventuali patologie sia cardiache che scheletriche. Presso il predetto allevamento trovate sempre la massima disponibilità al mettere al vostro servizio la nostra esperienza di decenni. Le linee di sangue per gli accoppiamenti dei propri esemplari, come già detto in precedenza, vengono scelte in base a criteri fondamentali per la razza: carattere, tipicità, controlli sanitari e quanto altro, in modo da garantire Boxer sani.

PERCHÉ "DELLA MAROGGIA"?
Fra le zone più caratteristiche del lungo versante retico della media Valtellina quella della Maroggia si impone per il suo fascino, che nasce da un felice dosaggio di storia, bellezza naturalistico ed attrattiva enologica. Il termine “Maroggia” suona come “mala roggia”, cioè cattivo corso d’acqua; il significato più probabile, però, è quello di “detriti”; non è da escludere neppure un’origine da “maròi”, che corrisponde all’antico francese “maronge” e significa ontano nero. È stata ipotizzata dall’Orsini, infine, un’origine ancora più antica, da “maru”, termine etrusco che significa signore o custode del tempio. La storia sacra parla di luoghi segnati in modo indelebile dalla veemente predicazione di san Benigno de' Medici (sec. XV), famoso per la sua voce angelica, la sua dottrina teologica ma soprattutto per il suo fervore. La natura mostra qui soprattutto in autunno, scorci suggestivi, e riserva la sorpresa del famoso "Centòn", castagno piegato dall'età pluricentenaria, (si dice che anche già il santo ebbe modo di godere della frescura all'ombra dei suoi vigorosi rami). L'attrattiva enologica, infine, è legata ad un vino prodotto in 25 ettari circa di terrazzamenti coltivati e reso particolarmente robusto dalla felice esposizione dei luoghi ("vinum firmum et dulce", cioè vino robusto e profumato viene già definito quello offerto al santo da Lorenzo de' Lupi), tanto da meritarsi la qualifica di vino DOCG.
